Tuesday, April 26, 2005

Rainer Maria Rilke. Sonetti a Orfeo - Sonetto XXII

Il mio sonetto preferito in un libro sommo. Non sono mai riuscito a imparare il tedesco, neppure per amore di Rilke, eppure quell'incipit "Wir sind die Treibenden" ce l'ho scolpito nel cervello, riesco a capirne il significato. Accludo una traduzione italiana che non si avvicina all'originale e, in caso, un'orribile traduzione inglese raccattata su internet.

WIR SIND DIE TREIBENDEN

Wir sind die Treibenden.
Aber den Schritt der Zeit,
nehmt ihn als Kleinigkeit
im immer Bleibenden.

Alles das Eilende
wird schon vorüber sein;
denn das Verweilende
erst weiht uns ein.

Knaben, o werft den Mut
nicht in die Schnelligkeit,
nicht in den Flugversuch.

Alles ist ausgeruth:
Dunkel und Helligkeit,
Blume und Buch.


Noi siamo nell'affanno
Ma il passo del tempo

Consideralo un'inezia
in ciò che sempre resta.


Tutto ciò che incalza
sarà presto trascorso;

Soltanto ciò che indugia
è ciò che ci consacra.


Fanciulli non buttate
il cuore nella rapidità,

ad arrischiare il volo.

Tutto si è acquietato:
oscuro e chiarità,

fiore e libro.


We are the driving ones.
But the march of Time
takes him as but a trifle
into the ever-permanent.

Everything which hurries
will soon be over;
for it is the lingering
that first initiates us.

Young men, o put your mettle
not into the quick achievement,
not into the attempted flight.

Everything is now at rest:
Darkness and light,
blossom and book.

Monday, April 25, 2005

Everness: variazioni su Borges

Ho incontrato questo bellissimo sonetto di Borges sul blog di Maria Elena http://como_una_centinela.ilcannocchiale.it

Everness

Sólo una cosa no hay. Es el olvido.
Dios, que salva el metal, salva la escoria
y cifra en Su profética memoria
las lunas que serán y las que han sido.

Ya todo está. Los miles de reflejosque
entre los dos crepúsculos del día
tu rostro fue dejando en los espejosy
los que irá dejando todavía.

Y todo es una parte del diverso
cristal de esa memoria, el universo;
no tienen fin sus arduos corredores

y las puertas se cierran a tu paso;
sólo del otro lado del ocaso
verás los Arquetipos y Esplendores.

"El Otro, El Mismo" (1964)

Ne sono stato così affascinato che ho pensato di tradurlo, ma è risultato impossibile salvare la gran parte delle rime. Il sonetto ha una metrica e delle rime stringenti. Eccone una traduzione letterale:

Letterale

Solo una cosa non c'è. E' la dimenticanza

Dio, che salva il metallo, salva la scoria
e cifra nella sua Profetica Memoria
le lune che saranno e che sono state.

E tutto resta. Le migliaia di riflessi
che tra i due crepuscoli del giorno
il volto tuo lasciò dentro agli specchie
ancora quelli che vi andrà lasciando.

E tutto è una parte del diverso
cristallo di questa memoria, l'universo.
Non hanno fine i suoi ardui corridoi.

E le porte si serrano al tuo passo;
solo dall'altro lato del tramonto
vedrai gli archetipi e gli splendori.


Subito dopo ho pensato che anche se era impossibile salvare le rime del sonetto lo potevo rimettere in endecasillabi sciolti, con qualche rima salvata in corner, con uso libero di dialefe/sinalefe e qualche (ovvio) tradimento di tendenza dantesca, visto che da Borges a Dante il passo è sempre breve. Spero che el professor Borges mi perdoni se mi vede dalla biblioteca dove sta adesso.

Endecasillabica

Sol una cosa manca. Ed è l'oblio.

Il metallo Dio salva con la scoria
cifrando in sua Profetica Memoria
le lune che son state e che saranno

E tutto sta. Milioni di riflessi
ch'infra due crepuscoli del giorno
il volto tuo lasciò dentro gli specchi
ed anche quelli che v'andrà lasciando

E tutto infin è parte del diverso
cristal della memoria, l'universo.
Son senza fine gl'ardui corridori

e le porte si serran al tuo passo;
dall'altro lato solo del tramonto
ne mirerai gl'archetipi splendori.

Deve essere vero che il traduttore e' anche un traditore...

Saturday, April 23, 2005

Dedicato alla lotta democratico del popolo oppresso dell'ECUADOR

Prendo in prestito dal meraviglioso blog di Maria Elena,
http://como_una_centinela.ilcannocchiale.it

AVENTURA Y MUERTE DEL VIENTO

por Jorge Carrera Andrade (1903 -1978)

Hoy he sido testigo
de la muerte del viento
salteador de caminos,
sorpresa de viajeros.
Le vi llevar a rastras
a sus cuevas de sombra
sus tesoros robados a los árboles,
su calderilla de hojas,
prisionero después
entre lanzas de lluvia
abrirse el paso a silbos
para emprender la fuga
y escalar los tejados
y escurrirse vestido
con traje de papel
inflado de suspiros;
transmitir sus señales
a las espigas cómplices
silbando y acarreando
su gran botín de flores.
De la colgante cuerda
de una campana, al cabo,
vi balancearse el viento
ya sin vida, ahorcado.

Tuesday, April 19, 2005

Paul Celan: sotto il tiro di presagi

SO BIST DU DENN GEWORDEN...

Sei diventato infine come non ti avevo mai conosciuto:
batte il tuo cuore ovunque in una terra di sorgenti,
dove nessuna bocca beve e nessuna forma contorna l'ombra,
dove l'acqua giunge alla luce e la luce, come fosse acqua, schiuma.
T'immergi in ogni fonte, t'involi attraverso tutte le luci.
Tu hai inventato un gioco che andrà dimenticato.





Übersetzung Bruno Ruffilli

Monday, April 18, 2005

Montale da Satura (1968)

Rubato al geniale blog di Marella, http://ilsolefrigge.ilcannocchiale.it

incespicare, incepparsi
per destare la lingua
dal suo torpore.
ma la balbuzie non basta
e se anche fa meno rumore
è guasta lei pure. così
bisogna rassegnarsi
a un mezzo parlare. una volta
qualcuno parlò per intero
e fu incomprensibile. certo
credeva di essere l'ultimo
parlante. invece è accaduto
che tutti ancora parlano
e il mondo
da allora è muto
.

Sunday, April 17, 2005

BELLA FIGLIA DELL'AMORE

DUCA: Bella figlia dell'amore,
Schiavo son dei vezzi tuoi;
Con un detto sol tu puoi
Le mie pene consolar.
Vieni e senti del mio core
Il frequente palpitar.

MADDALENA: Ah! ah! rido ben di core,
Che tai baie costan poco …
Quanto valga il vostro gioco,
Mel credete, so apprezzar.
Son avvezza, bel signore,
Ad un simile scherzar.

GILDA: Ah, così parlar d'amore
A me pur l'infame ho udito!
Infelice cor tradito,
Per angoscia non scoppiar.



HERZOGH: übsche Tochter der Liebe,
ich bin Sklave deiner Reize.
Mit nur einem Wort kannst du
meine Leiden heilen.
Komm und höre,
wie mein Herz schlägt.

MADDALENA: Ha! Ha! Ich lache von Herzen,
denn solche Märchen kosten nichts;
wieviel Euer Spiel wert ist,
glaubt mir, weiss ich wohl.
Ich kenne, schöner Herr,
solche Scherze.

GILDA: Ah, solche Liebesworte sagte
der Ehrlose auch mir!
Unglückliches, betrogenes Herz,
brich nicht vor Schmerz.

DUKE: Fairest daughter of love,
I am a slave to your charms;
with but a single word you could
relieve my every pain.
Come, touch my breast and feel
how my heart is racing.

MADDALENA: Ah! Ah! That really makes me laugh;
talk like that is cheap enough.
Believe me, I know exactly
what such play-acting is worth!
I, my fine sir, am quite accustomed
to foolish jokes like this.

GILDA: Ah, these are the loving words
the scoundrel spoke once to me!
O wretched heart betrayed,
do not break for sorrow.

LE DUC: Belle fille de l'amour,
je suis l'esclave de tes charmes;
un seul mot de toi suffira
à calmer mes peines.
Viens sentir comme mon cœur
bat à tout rompre.

MADDALENA: Ah, ah, je ris de bon coeur,
car toutes ces sornettes ne content pas cher
…croyez-moi, je sais très bien apprécier
vos bêtises à leur juste valeur.
Je suis habituée, mon beau monsieur,
à ce genre de plaisanteries.

GILDA: Ah, C'est ainsi que j'ai entenducet
infâme me parler d'amour!
Malheureux coeur trahi,
ne succombe pas à la douleur

Wednesday, April 06, 2005

Angelus Silesius

Die Rose ist ohne Warum.
Sie blühet, weil sie blühet.
Sie achtet nicht ihrer selbst,
fragt nicht, ob man sie siehet.

Dos motivos procedentes de Silesio recurren, por lo demás, en Borges: el topos de la «rosa sin porqué» y el dístico final del Peregrino querubínico.

En una conferencia titulada «La poesía» (Siete noches; OC III: 266), Borges dirá en 1977:
Voy a concluir con un alto verso del poeta que en el siglo diecisiete tomó el nombre extrañamente poético, real, de Angelus Silesius. Viene a ser el resumen de todo cuanto he dicho esta noche, salvo que yo lo he dicho por medio de razonamientos o de simulados razonamientos: lo diré primero en español y después en alemán, para que lo oigan ustedes: «La rosa [es] sin porqué, florece porque florece. / Die Rose ist ohne warum; sie blühet weil sie blühet».


Ya en «Elementos de preceptiva» (Sur 7, abr. 1933, 158-161, reproducido en Borges en Sur 123-124), Borges había escrito (160):
Die Ros ist ohn Warum, la rosa es sin porqué, leemos en el libro primero del Cherubinischer Wandersmann de Silesius. Yo afirmo lo contrario, yo afirmo que es imprescindible una tenaz conspiración de porqués para que la rosa sea rosa.


En un discurso de 1963 dirá (Textos recobrados 3: 262):
Imaginemos, por ejemplo, que un poeta dice que la belleza es inexplicable; no habría dicho nada, pero si ese poeta, que sería el gran poeta alemán Angelus Silesius dice Die Rose ist ohne warum, (La rosa es sin porqué), ya está creando poesía.

Saturday, April 02, 2005

Ogni mese è il mese più crudele

APRIL is the cruellest month, breeding

Lilacs out of the dead land, mixing

Memory and desire, stirring

Dull roots with spring rain.

Winter kept us warm, covering

Earth in forgetful snow, feeding

A little life with dried tubers.

Summer surprised us, coming over the Starnbergersee

With a shower of rain; we stopped in the colonnade,

And went on in sunlight, into the Hofgarten,

And drank coffee, and talked for an hour.

Bin gar keine Russin, stamm' aus Litauen, echt deutsch.

And when we were children, staying at the archduke's,

My cousin's, he took me out on a sled,

And I was frightened. He said, Marie,

Marie, hold on tight. And down we went.

In the mountains, there you feel free.

I read, much of the night, and go south in the winter.


What are the roots that clutch, what branches grow

Out of this stony rubbish? Son of man,

You cannot say, or guess, for you know only

A heap of broken images, where the sun beats,

And the dead tree gives no shelter, the cricket no relief,

And the dry stone no sound of water. Only

There is shadow under this red rock,

(Come in under the shadow of this red rock),

And I will show you something different from either

Your shadow at morning striding behind you

Or your shadow at evening rising to meet you;

I will show you fear in a handful of dust.

Frisch weht der Wind

Der Heimat zu.

Mein Irisch Kind,

Wo weilest du?

'You gave me hyacinths first a year ago;

'They called me the hyacinth girl.'

—Yet when we came back, late, from the Hyacinth garden,

Your arms full, and your hair wet, I could not

Speak, and my eyes failed, I was neither

Living nor dead, and I knew nothing,

Looking into the heart of light, the silence.

Od' und leer das Meer.