Monday, April 25, 2005

Everness: variazioni su Borges

Ho incontrato questo bellissimo sonetto di Borges sul blog di Maria Elena http://como_una_centinela.ilcannocchiale.it

Everness

Sólo una cosa no hay. Es el olvido.
Dios, que salva el metal, salva la escoria
y cifra en Su profética memoria
las lunas que serán y las que han sido.

Ya todo está. Los miles de reflejosque
entre los dos crepúsculos del día
tu rostro fue dejando en los espejosy
los que irá dejando todavía.

Y todo es una parte del diverso
cristal de esa memoria, el universo;
no tienen fin sus arduos corredores

y las puertas se cierran a tu paso;
sólo del otro lado del ocaso
verás los Arquetipos y Esplendores.

"El Otro, El Mismo" (1964)

Ne sono stato così affascinato che ho pensato di tradurlo, ma è risultato impossibile salvare la gran parte delle rime. Il sonetto ha una metrica e delle rime stringenti. Eccone una traduzione letterale:

Letterale

Solo una cosa non c'è. E' la dimenticanza

Dio, che salva il metallo, salva la scoria
e cifra nella sua Profetica Memoria
le lune che saranno e che sono state.

E tutto resta. Le migliaia di riflessi
che tra i due crepuscoli del giorno
il volto tuo lasciò dentro agli specchie
ancora quelli che vi andrà lasciando.

E tutto è una parte del diverso
cristallo di questa memoria, l'universo.
Non hanno fine i suoi ardui corridoi.

E le porte si serrano al tuo passo;
solo dall'altro lato del tramonto
vedrai gli archetipi e gli splendori.


Subito dopo ho pensato che anche se era impossibile salvare le rime del sonetto lo potevo rimettere in endecasillabi sciolti, con qualche rima salvata in corner, con uso libero di dialefe/sinalefe e qualche (ovvio) tradimento di tendenza dantesca, visto che da Borges a Dante il passo è sempre breve. Spero che el professor Borges mi perdoni se mi vede dalla biblioteca dove sta adesso.

Endecasillabica

Sol una cosa manca. Ed è l'oblio.

Il metallo Dio salva con la scoria
cifrando in sua Profetica Memoria
le lune che son state e che saranno

E tutto sta. Milioni di riflessi
ch'infra due crepuscoli del giorno
il volto tuo lasciò dentro gli specchi
ed anche quelli che v'andrà lasciando

E tutto infin è parte del diverso
cristal della memoria, l'universo.
Son senza fine gl'ardui corridori

e le porte si serran al tuo passo;
dall'altro lato solo del tramonto
ne mirerai gl'archetipi splendori.

Deve essere vero che il traduttore e' anche un traditore...

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