Friday, June 10, 2005

Pietro Metastasio. Sono solo canzonette

Il bistrattato (dalla critica non dalla vita) Metastasio ha ispirato alla fine Caproni e Fortini, oltre ad aver prodotto migliaia di libretti d'opera e canzonette. Ma chi l'ha detto che i suoi temi sono vuoti e la sua metrica stupida? Trovo bellissimo l'endecasillabo iniziale e lo scivolamento ondulatorio sul settenario successivo...Colloquiale e la tempo stesso musicale.


da L’eroe cinese, 1752

Chi vuol che di follia sia segno espresso
Il confidar se stesso
Al dubbio mar degli amorosi affanni,
Vegga prima Mintéo, poi mi condanni.

Se per tutti ordisce Amore
Così amabili catene,
È ben misero quel core
Che non vive in servitù.
Son diletto ancor le pene
D'un felice prigioniero,
Quando uniscono l'impero
La bellezza e la virtù.

Tuesday, June 07, 2005

Poeti con dolore: Franco Fortini

Se si pensa a Franco Fortini lo si ricorda per le sue analisi sui rapporti fra letteratura e politica o per la lucida contrapposizione con Pier Paolo Pasolini sul ruolo dell'intellettuale nella società. Io lo ricordo per questa composizione dolorosa e lirica che ho voluto imparare a memoria. Lo schema di un madrigale barocco decostruito con versi lunghissimi, rime baciate e altre irrelate, e una metrica rara, dagli straniati suoni sdruccioli. Fortini ci ha indicato una strada aspra e petrosa che forse non avremo mai il coraggio di imboccare.

Da Composita Solvantur (1994)

Se volessi un'altra volta queste minime parole
sulla carta allineare (sulla carta che non duole)
il dolore che le ossa già comportano

si farebbe troppo acuto, troppo simile all'acuto
degli uccelli che al mattino tutto chiuso, tutto muto
sull'altissima magnolia si contendono

Ecco scrivo, cari piccoli. Non ho tendine né osso
che non dica a voce acuta: «Più non posso».
Grande fosforo imperiale, fanne cenere.

Saturday, June 04, 2005

Poeti Espatriati: Pedro Salinas

Visitando il bel blog di Akiko ( http://Zebre.ilcannocchiale.it ) mi è tornato in mente Pedro Salinas. Madrilegno, poeta in fuga dagli orrori della guerra civile, andò a morire in esilio in terra nordamericana, a Boston. Ovviamente ho una certa simpatia verso gli esuli. Per Salinas la poesia è un'avventura verso l'assoluto, ho letto da qualche parte, anche questo me lo fa apprezzare molto. Avevo un libro di poesie sue, un'antologia dell'Einaudi. Ora chi sa in quale pacco chiuso sta ingiallendo, in Italia...

SIN VOZ, DESNUDA

Sin armas. Ni las dulces
sonrisas, ni las llamas
rápidas de la ira.
Sin armas. Ni las dulces
sonrisas, ni las llamas rápidas de la ira.
Sin armas. Ni las aguas
de la bondad sin fondo,
ni la perfidia, corvo pico.
Nada. Sin armas. Sola.
Ceñida en tu silencio.
«Sí» y «no», «mañana» y «cuando»
quiebran agudas puntas
de inútiles saetas
en tu silencio liso
sin derrota ni gloria.
¡Cuidado! que te mata
-fría, invencible, eterna-
eso, lo que te guarda,
eso, lo que te salva,
el filo del silencio que tú aguzas.

Friday, June 03, 2005

Il Silenzio e l'Attesa: Cesare Pavese

Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate.

29 ottobre 1945