Non mi è mai piaciuto Manzoni come poeta, troppo retorico, enfatico e infarcito di metri strani, che mi ricordano il Corriere dei Piccoli. Forse è una parziale eccezione la Pentecoste, uno degli Inni Sacri. Mi piacciono di questa poesia l'attacco solenne, da messa cantata, e certe rime azzardate tipo Haiti- Liti (vv.86-87) che fanno sentire l'arrivo della poesia moderna anche in Italia. In ogni caso ho pensato di pubblicarla, oggi è la Pentecoste e il bisogno di uno Spirito che scenda ad illuminarmi è sempre molto forte.
LA PENTECOSTE
[21 giugno-2 ottobre 1817]
Madre de' Santi, immagine
Della città superna,
Del sangue incorruttibile
Conservatrice eterna;
5 Tu che, da tanti secoli,
Soffri, combatti e preghi,
Che le tue tende spieghi
Dall'uno all'altro mar;
Campo di quei che sperano;
10 Chiesa del Dio vivente,
Dov'eri mai? qual angolo
Ti raccogliea nascente,
Quando il tuo Re, dai perfidi
Tratto a morir sul colle,
15 Imporporò le zolle
Del suo sublime altar?
E allor che dalle tenebre
La diva spoglia uscita,
Mise il potente anelito
20 Della seconda vita;
E quando, in man recandosi
Il prezzo del perdono,
Da questa polve al trono
Del Genitor salì;
25 Compagna del suo gemito,
Conscia de' suoi misteri,
Tu, della sua vittoria
Figlia immortal, dov'eri?
In tuo terror sol vigile,
30 Sol nell'obblio secura,
Stavi in riposte mura,
Fino a quel sacro dì,
Quando su te lo Spirito
Rinnovator discese
35 E l'inconsunta fiaccola
Nella tua destra accese;
Quando, segnal de' popoli,
Ti collocò sul monte,
E ne' tuoi labbri il fonte
40 Della parola aprì.
Come la luce rapida
Piove di cosa in cosa,
E i color vari suscita
Dovunque si riposa;
45 Tal risonò moltiplice
La voce dello Spiro:
L'Arabo, il Parto, il Siro
In suo sermon l'udì.
Adorator degl'idoli,
50 Sparso per ogni lido,
Volgi lo sguardo a Solima,
Odi quel santo grido:
Stanca del vile ossequio,
La terra a Lui ritorni:
55 E voi che aprite i giorni
Di più felice età,
Spose, che desta il subito
Balzar del pondo ascoso;
Voi già vicine a sciogliere
60 Il grembo doloroso;
Alla bugiarda pronuba
Non sollevate il canto
Cresce serbato al Santo
Quel che nel sen vi sta.
65 Perché, baciando i pargoli,
La schiava ancor sospira?
E il sen che nutre i liberi
Invidiando mira?
Non sa che al regno i miseri
70 Seco il Signor solleva?
Che a tutti i figli d'Eva
Nel suo dolor pensò?
Nova franchigia annunziano
I cieli, e genti nove;
75 Nove conquiste, e gloria
Vinta in più belle prove;
Nova, ai terrori immobile
E alle lusinghe infide,
Pace, che il mondo irride,
80 Ma che rapir non può.
O Spirto! supplichevoli
A' tuoi solenni altari,
Soli per selve inospite,
Vaghi in deserti mari,
85 Dall'Ande algenti al Libano,
D'Erina all'irta Haiti,
Sparsi per tutti i liti,
Uni per Te di cor,
Noi T'imploriam! Placabile
90 Spirto, discendi ancora,
A' tuoi cultor propizio,
Propizio a chi T'ignora;
Scendi e ricrea; rianima
I cor nel dubbio estinti;
95 E sia divina ai vinti
Mercede il vincitor.
Discendi Amor; negli animi
L'ire superbe attuta:
Dona i pensier che il memore
100 Ultimo dì non muta;
I doni tuoi benefica
Nutra la tua virtude;
Siccome il sol che schiude
Dal pigro germe il fior;
105 Che lento poi sull'umili
Erbe morrà non còlto,
Né sorgerà coi fulgidi
Color del lembo sciolto,
Se fuso a lui nell'etere
110 Non tornerà quel mite
Lume, dator di vite,
E infaticato altor.
Noi T'imploriam! Ne' languidi
Pensier dell'infelice
115 Scendi piacevol alito,
Aura consolatrice:
Scendi bufera ai tumidi
Pensier del violento;
Vi spira uno sgomento
120 Che insegni la pietà.
Per Te sollevi il povero
Al ciel, ch'è suo, le ciglia;
Volga i lamenti in giubilo,
Pensando a Cui somiglia;
125 Cui fu donato in copia,
Doni con volto amico,
Con quel tacer pudico,
Che accetto il don ti fa.
Spira de' nostri bamboli
130 Nell'ineffabil riso;
Spargi la casta porpora
Alle donzelle in viso;
Manda alle ascose vergini
Le pure gioie ascose;
135 Consacra delle spose
Il verecondo amor.
Tempra de' baldi giovani
Il confidente ingegno;
Reggi il viril proposito
140 Ad infallibil segno;
Adorna le canizie
Di liete voglie sante;
Brilla nel guardo errante
Di chi sperando muor.